Il tetto ventilato spesse volte viene interpretato nel modo sbagliato 
 
DEFINIZIONE DI TETTO VENTILATO Un tetto ventilato, si può chiamare tale quando il manto di copertura si distacca dallo strato isolante, creando un'intercapedine che permetta ad un flusso omogeneo d'aria, di circolare dalla gronda fino al colmo; conseguentemente, devono essere evitate correnti trasversali. EFFETTI DEL SISTEMA CON CLIMA CALDO La costante e consistente circolazione d'aria, sottrae il calore trasmesso dal manto di copertura, preservando dal surriscaldamento gli strati sottostanti. La ventilazione incrementa e potenzia le caratteristiche dell'isolante, espellendo il calore dal colmo. Monitoraggi eseguiti in proposito, dimostrano che la sola ventilazione incrementa l'effetto dello strato isolante con una riduzione della temperatura negli ambienti sottostanti di 8 - 10°C. EFFETTI DEL SISTEMA CON CLIMA FREDDO A differenza dell'estate, nel periodo invernale, la circolazione dell'aria è meno intensa; essa però è più che sufficente per mantenere asciutto il pannello isolante e per eliminare fenomeni di condensa. Tali comportamenti producono di fatto notevoli risparmi energetici negli ambienti sottostanti. Nelle regioni più fredde con elevato numero di cicli gelo-disgelo, la ventilazione assicura una temperatura uniforme della copertura, rallentando il processo di scioglimento della neve sul manto e prevedendo la conseguente formazione di ghiaccio in gronda.
Parliamo di tetto ventilato
       Uno dei problemi principali nella realizzazione della copertura di un edificio, sia in fase di ristrutturazione che di nuova costruzione, è il tetto. Le soluzioni tecniche, soprattutto dal punto di vista dell'isolamento termico sono molteplici e spaziano dall'uso di differenti materiali al loro diverso assemblaggio. Il tetto ventilato costituisce un particolare modo di organizzare i componenti della copertura in modo da ottenere un moto ascensionale dell'aria al di sotto del manto finale. Teoricamente l'aria più fresca proveniente dall'esterno, entrando dalla zona della gronda, si riscalda nel suo tragitto sotto i coppi o le tegole, grazie alla temperatura aumentata per l'effetto serra, e fuoriesce dal colmo dopo avere sottratto calore all'interno. Tutto ciò contribuisce al miglior funzionamento estivo dell'isolamento termico di tutto il pacchetto copertura e, infine, al risparmio energetico. Bisogna però considerare tre fattori non secondari di questa soluzione: 1) il primo riguarda il funzionamento invernale (si sottrae calore e si raffredda, al contrario dell'estate?); 2) il secondo interessa i costi dell'intervento che, naturalmente, è molto maggiore di un tetto non ventilato o microventilato; 3) infine il problema delle maestranze: qualora non si abbia a disposizione un'impresa e operai all'altezza del compito, con la dovuta esperienza, la capacità tecnica e la cura nell'operare a regola d'arte il risultato sarà scadente, se non nullo. Il progettista della costruzione deve, perciò, saper fornire i particolari costruttivi del tetto (occorre una sezione molto esplicativa) e il direttore dei lavori deve seguire con cura la fase della posa in opera dei materiali e dei componenti edilizi. Spetta, inoltre, allo stesso professionista, illustrare con congnizione di causa le soluzioni a disposizione al committente. Solo un attento esame di quanto detto sopra darà, alla fine, un risultato di valore al fabbricato, mentre non è opportuno seguire mode, copiare conoscenti, ascoltare persone con poca conoscenza teorica dell'argomento o fidarsi di chi non fornisce adeguate garanzie.
Il comportamento termico dei tetti ventilati Comportamento termico dei tetti, analisi comparativa
Il tetto ventilato è la più avanzata tecnica di costruzione di tetti con isolamento termico in falda. I vantaggi termici offerti sono ben evidenziati dai risultati dei test ai quali sono state sottoposte due diverse tipologie di tetto: con struttura in cemento e con struttura in legno. Il tetto ventilato è conforme alle prescrizioni del Decreto Legislativo 192/05 al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti. 
Durante l'inverno: tetto non ventilato A causa delle temperature basse, nella struttura del tetto possono verificarsi fastidiosi fenomeni di condensa, causa di muffa, umidità e gocciolamenti. Nelle zone di montagna si creano facilmente, sullo sporto di gronda, pericolose barriere di ghiaccio, causa di infiltrazioni nella struttura del tetto.

Durante l'inverno: tetto ventilato La circolazione dell'aria farà in modo che il materiale isolante rimanga asciutto evitando in questo modo la creazione di condense e garantendo la durata nel tempo degli elementi costruttivi del tetto. La ventilazione, in caso di nevicata, permette lo scioglimento uniforme della neve accumulata sul tetto evitando così la formazione delle barriere di ghiaccio.

Durante l'estate: tetto non ventilato La copertura, riscaldata dall'irraggiamento solare, trasmette il calore al materiale coibente che può funzionare soltanto da ritardante termico. Il calore, successivamente, si trasferisce alle strutture portanti del tetto e all'interno della costruzione. 
Durante l'estate: tetto ventilato L'aria fresca, che penetra dalla linea di gronda, si riscalda nell'intercapedine per effetto dell'irraggiamento, diventa più leggera e fuoriesce dal colmo, sottraendo il calore accumulato dal materiale di copertura. 
Voce di capitolato: esempio Esecuzione di tetto ventilato costituito da un sistema di sopralzo dei coppi canale a mezzo di piedini distanziatori in polipropilene stabilizzato U.V.A., muniti di aggancio. Supporto di partenza dei coppi sulla linea di gronda a forma di griglia stampata antipassero, in acciaio alluminato e verniciato a polveri epossidiche. Elemento di colmo con funzione di aerazione, a sostegno dei copponi, a forma di griglia stampata antipassero, in acciaio alluminato e verniciato a polveri epossidiche. Il tutto fornito e dato in opera, completo - finito, al mq.: ?
Come progettare un tetto ventilato Le Norme UNI - 9460 - U 32035110 per il tetto freddo ventilato Il problema di ventilare le coperture in coppi, diventato di attualità per lo sviluppo del recupero e sfruttamento abitativo dei sottotetti, ha comportato ampie bibliografie e specifiche Norme UNI al riguardo, che mettono a punto questi basilari concetti : 1 - la camera di ventilazione, fra manto in coppi e strato coibente, deve essere non inferiore a 550 cmq. per metrolineare di larghezza della falda, perché solo con tale dimensione dell'intercapedine l'aria calda è in grado di attivare i moti convettivi ascensionali; 2 - non sono compatibili listellature o altri impedimenti, attraverso la falda, che intralcino il flusso ascensionale dell'aria riscaldata; 3 - I'aria esterna deve entrare nella camera di ventilazione, a livello di gronda, in modo facile e, soprattutto, deve uscire dal colmo attraverso un elemento di "sfiato", adeguato a garantire il deflusso dell'aria riscaldata in quantità almeno pari a quella di entrata. Se questo elementare schema non viene rispettato NON si può parlare di ventilazione, bensì di microventilazione.

La ventilazione dei tetti Lo strato di ventilazione, realizzato secondo le modalità e le dimensioni indicate nelle Norme UNI e da fonti sperimentali, agevola con i moti convettivi la fuoruscita dell'aria riscaldata attraverso la linea di colmo, di adeguata sezione, con una velocità di 0.70 - 0.90 metri al secondo. Naturalmente, in assenza di listellature trasversali o altri impedimenti che intralcino il flusso ascensionale dell'aria riscaldata. Il buon funzionamento di uno strato di ventilazione, che abbia una sezione di centimetriquadrati 600/700 al metrolineare, può portare ad un abbattimento calorico superiore al 40% , oltre a tutti gli altri benefici propri della ventilazione come la maggior durata degli elementi che compongono la copertura per l'assenza di muffe e fenomeni di condensa. N.B.: Particolare attenzione si deve porre sulla dotazione di un efficiente COLMO VENTILANTE, pena la scarsa o nulla efficacia del sistema "tetto ventilato". 
Norme sulla corretta ventilazione dei tetti I tetti freddi ventilati devono corrispondere a determinate caratteristiche, a seconda delle tipologie di impiego, ed ottemperare alle norme UNI 9460-U32035110: Caso 1) - Doppia listellatura con coppi appesi al listello trasversale: la sezione del flusso di ventilazione dell'intercapedine non deve essere inferiore a cmq./ml. 550 al di sotto della listellatura di supporto dei coppi. Caso 2) - Doppio tavolato sopraelevato con listoni, per l'alloggiamento dei coppi: la sezione di ventilazione non può essere minore di cmq./ml. 550, tenuto conto che il tavolato di supporto dei coppi riduce l'effetto dell'irraggiamento solare, limitando la velocità del flusso di ventilazione. Caso 3) - Intercapedine realizzata direttamente fra i coppi e la struttura portante mediante l'utilizzo di elementi di sopralzo dei coppi, senza listelli o tavolato di supporto: la sezione media di ventilazione deve essere non inferiore a cmq./ml. 550, misurata all'intradosso dei coppi.

Altre prescrizioni: • In ogni caso l'intercapedine (camera di ventilazione) deve essere senza listellature trasversali o altri impedimenti limitanti il flusso ascensionale dell'aria riscaldata. • E' essenziale l'adozione di un colmo ventilante, in grado di smaltire l'aria in entrata dalla linea di gronda, con una sezione di uscita dell'aria calda non inferiore a cmq./ml. 400-500, per ogni versante, a seconda delle soluzioni adottate. I casi non rientranti nelle succitate Norme sono considerati Tetti NON Ventilati, bensì MICROVENTILATI. (UNI 8627/6.2). Conclusioni Nelle vecchie costruzioni i tetti già erano del tipo ventilato, anche se la ventilazione non avveniva con la dovuta precisione tecnica. Nelle nuove costruizioni il tetto ventilato è una delle possibilità di realizzazione di una copertura, ma non l'unica oppure la più efficiente. Non ancora si è dimostrato che esso sia il miglior sistema di risparmio in tutti i sensi, anche se teoricamente è funzionale. In genere più complicati sono i montaggi è maggiore sarà la manutenzione richiesta nel corso degli anni, oppure maggiore il rischio di malfunzionamenti. Alla luce di tutto ciò la tecnologia del tetto ventilato, anche per i costi doppi rispetto ad un tetto caldo (costruito con un normale coibente), deve essere adottata con cautela e precisione tecnica.

 


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